Per tale motivo – aggiungono – non comprendiamo perché l’assessorato alle Politiche sociali non abbia ritenuto opportuno ancora elaborare una “carta dei servizi” anche per le politiche sociali e le prestazioni assistenziali di competenza comunale, come dalla Cisl richiesto da oltre tre anni a questa parte».

Secondo Attanasio, Lombardo e Coco, «le ingenti risorse di cui gode il sistema dei Servizi sociali comunali e del welfare locale, con le azioni, tra innovative e rinnovate, disponibili grazie alle misure che vanno dai PAC alla legge 328/2000, dai fondi disposti dalla legge 285/97 ad altri fondi nazionali e comunitari, hanno bisogno di regole trasparenti che mettano il cittadino nelle condizioni di sapere, attraverso appunto una chiara “carta dei servizi”, chi fa cosa, come e dove la fa. Sarebbe un punto di riferimento chiaro tanto per i cittadini fruitori dei servizi, quanto per i lavoratori pubblici e del Terzo settore che operano nel sistema».

Ma c’è di più. «Una carta dei servizi e dei diritti – aggiungono i tre segretari di Cisl, Fnp e Fp catanese – consentirebbe un diverso controllo delle azioni socio-assistenziali prestate con un meccanismo di ritorno a “feedback”, a retroazione. Diventerebbe possibile, cioè, evitare di duplicare e sovrapporre misure e prestazioni, aumenterebbero così le occasioni per estendere i servizi anche a chi fino a quel momento ne era escluso pur avendone diritto. Da ultimo, ma non è cosa da poco, una carta dei servizi efficiente consentirebbe di economizzare i costi di gestione con risparmi da riversare sugli stessi servizi anche migliorandoli».

Una buona carta dei servizi permetterebbe dunque di costruire un buon sistema di welfare locale, in grado di rispondere adeguatamente alla domanda di servizi di cura, di assistenza alla persona e socio educativi che sono in continuo aumento a Catania.

«Rinnoviamo dunque l’appello all’amministrazione comunale di Catania e all’assessorato alle Politiche sociali – concludono Attanasio, Lombardo e Coco – perché non si perda più tempo e attraverso una più ampia e partecipata concertazione renda disponibile ai cittadini, ai lavoratori, agli operatori e alle forze sociali una reale, chiara e trasparente carta dei servizi sociali comunali».

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